È l’ora di andare in letargo!

È l’ora di andare in letargo!
Tanti animali selvatici hanno bisogno di ricaricare le batterie già dalla stagione autunnale
Se si pensa al letargo, subito si immagina un orso dormiglione che riposa per poi risvegliarsi a primavera. In realtà esistono due tipi di letargo: quello totale e quello parziale. Il primo implica la riduzione dell’80% del metabolismo dell’animale che non si nutre e non beve per molti mesi, rallentando così il suo battito cardiaco fino a 2 minuti. Il letargo parziale invece, prevede un rallentamento generale di tutte le funzioni dell’animale in maniera più limitata e viene chiamato svernamento.
I primi animali ad andare in letargo, sono quelli a cui piace dormire di più: i ricci e i ghiri.
Il ghiro, ama rifugiarsi nei tronchi degli alberi o nei tetti delle case di campagna. Spesso anche se sta dormendo fa rumore emettendo degli squittii, perché non vuole essere disturbato. Usa la sua coda come una coperta e può rimanere in letargo fino a sette mesi, dopo aver fatto le provviste di cibo sufficienti al suo fabbisogno. Il suo è un letargo totale: da qui l'espressione “dormi come un ghiro”!
Il riccio invece, non fa provviste di cibo ma preferisce mangiare senza limiti per assicurarsi le scorte e andare in letargo tranquillo. Si costruisce un nido fatto di foglie e con gli aculei ben retti, si raggomitola su se stesso. Non ha un sonno continuo ma si sveglia una volta al mese, dunque il suo è un letargo parziale. Quando le temperature si abbassano tanto, grazie a un meccanismo di autoregolazione termica, riesce ad aumentare la sua temperatura metabolica ed evita di congelarsi.